Partendo dal presupposto che la cosiddetta "realtà oggettiva" non è affatto la verità assoluta, ma piuttosto una costruzione determinata dal punto di vista dello spettatore, i fratelli Löbbert intervengono nello spazio urbano - per le strade, sulle facciate e all’interno di edifici - con cambiamenti sottili generalmente percepibili solo in un secondo momento. I loro interventi - che spesso si concretizzano attraverso l’uso di materiali tipici della località in cui sono realizzati - si relazionano, chiaramente ed evidentemente, con l’architettura che li ospita. Ad esempio gli elementi formali utilizzati - forme geometriche regolari - derivano da forme architettoniche o da oggetti dati. Sono queste stesse forme geometriche - questa volta anche irregolari - ad entrare nello spazio bidimensionale della fotografia. Il lavoro fotografico di Maik e Dirk Löbbert può essere visto come la fase progettuale che precede gli interventi nello spazio della realtà. In verità, oltre ad essere un modo per sperimentare le possibilità di intervento nell’ambiente dato, le fotografie dei Löbbert sono un lavoro esse stesse. Diventano il luogo dove le alterazioni simboliche seguono leggi visive diverse da quelle di una situazione reale direttamente accessibile. In definitiva, attraverso i semplici mezzi del quotidiano i due artisti distorcono l’immagine familiare della realtà che ci circonda avviando un processo che ci confonde e che tenta di espandere l’orizzonte dell’esperienza. _______english_______ The first Italian solo shows of German artists Maik & Dirk Löbbert will open at Galleria Sogospatty on April, 16 2004. Taken for granted that the so called "objective reality" is not an absolute truth but a construction determined by the observer's viewpoint, brothers Maik and Dirk Löbbert's interventions in the urban landscape - in its streets as well as inside and outside its buildings - produce little, almost imperceptible, changes. Often realized with materials taken from local surroundings, their interventions are clearly and evidently related to the architectural pattern that receives them: the formal elements they use - regular geometric shapes - are drawn from objects or architecture. The same geometric shapes, inclusive of the irregular ones, belong to the two-dimension space of photography, as well. Their photographic work can be seen as the planning stage that precedes the interventions in reality. The artists' photos are indeed not only experiments about possible interventions in given surroundings but are to be considered a real art work, where the visual laws followed by the symbolic alterations are different from those ruling reality. By using the simplest everyday means, the two artists divert the image of reality we are accustomed to and start a process that either confuses and broadens our experience horizon.