L’opera di Fulvio Roiter occupa un posto del tutto eccezionale nella storia della fotografia italiana del Novecento. Nato nel 1926 a Meolo, nella campagna veneta, realizzò giovanissimo una serie di strepitosi reportages, sulla Sicilia, sull’Umbria, sull’Andalusia, sull’Algarve, che lo consacrarono sulla scena internazionale come l’enfant prodige della fotografia italiana. Fino agli anni Sessanta, Roiter rappresentò un modello, spesso inarrivabile, di stile, di tecnica, di rigore formale. Negli anni Settanta, sull’onda del successo ottenuto, abbandonò la fotografia in bianco e nero per dedicarsi al colore, modificando anche radicalmente il suo stile e i soggetti delle sue ricerche. È così possibile dire che esistano due Roiter diversi. Da un lato, c’è il popolare fotografo di Venezia e delle maschere di carnevale, delle cartoline e dei libri strenna dalle tirature stellari. Di contro, c’è il grande artista dei primi capolavori in bianco e nero, quasi del tutto dimenticati, riscoperti dopo un lungo lavoro di ricerca e di scavo nell’archivio del fotografo. ____english____ The work of Fulvio Roiter occupies a unique position in the history of 20th century Italian photography. Born in 1926 in Meolo, in the countryside of the Veneto region, while still very young he carried out a series of magnificent photographic reports on Sicily, Umbria, Andalusia and the Algarve, which made him known on the international scene as the child prodigy of Italian photography. Up to the 1960s, Roiter represented a model, often unattainable, for style, technique and formal rigour. In the 1970s, on the crest of the wave of success obtained, he abandoned black and white photography to dedicate himself to colour photography, also modifying his style and subject matter radically. Thus it is possible to state that there are two different sides to Roiter. On the one hand there is the popular photographer of Venice and carnival masks, of postcards and gift-books printed in innumerable copies. On the other there is the great artist of the first masterpieces in black and white, almost completely forgotten and rediscovered after long research and examination of the archives of the photographer.