Max Penson »
fotografie 1925 - 1945
Exhibition: 17 May – 22 Jun 2003
Musei Capitolini - Palazzo Caffarelli
Piazza del Campidoglio 1
00186 Roma
+39 06-39967800
info.museicapitolini@comune.roma.it
www.museicapitolini.org
Tue-Sun 9:30-19
Max Penson nasce nel 1893 a Velizh, in Bielorussia da una famiglia povera e impara da solo a leggere e scrivere. Dal 1907 al 1911, studia al collegio municipale di Velizh, alla scuola di arte della ceramica di Mirgorod, nella provincia di Poltava e alla scuola di arte applicata della fondazione Antokolski a Vilno. Nel 1915, in fuga dai pogrom russi e dalla prima guerra mondiale, Penson si rifugia a Kokand (Asia centrale) dove si guadagna da vivere come contabile e come professore di disegno fino al 1917. Successivamente dirige per cinque anni gli atelier municipali di arte di Kokand. Nel 1921, una macchina fotografica offerta dal distretto di Kokand cambia la vita di questo pittore-disegnatore. Max Penson studia tecnica fotografica. Nel 1923, si stabilisce a Tachkent (Ouzbékistan), dove frequenta i fotografi che dirigono atelier professionali e si orienta verso il reportage fotografico. Dal 1926 al 1948, lavora come fotografo per " La Pravda d’Orient ", e dal 1940 à 1945, per l’armata rossa. Nel 1939 Max Penson ha la sua unica mostra monografica per la quale lavora al catalogo con Alexandre Rodtchenko: in occasione del quindicesimo anniversario della Repubblica Sovietica Uzbeca, presenta 300 fotografie. Nel 1940, Sergueï Eisenstein ammira il suo incredibile lavoro del quale scrive sulla rivista " La Photographie soviétique": " è impossibile parlare di Fergana senza menzionare l’ogni presente Penson, che ha immortalato tutto l’Uzbékistan con la sua macchina fotografica. I suoi archivi, che non hanno pari, permettono di seguire anno dopo anno, di sfogliare pagina dopo pagina, tutto un periodo della storia di questa repubblica. La creatività artistica di Max Penson e il suo destino sono legati a questo meraviglioso paese ". Il lavoro svolto da Max Penson costituisce un patrimonio di svariate migliaia di negativi e stampe originali, sfortunatamente in parte distrutti o deteriorati a causa della cattiva conservazione. Questo fotografo ha lavorato in un laboratorio, a casa sua, senza beneficiare per molto tempo di acqua corrente, circondato da sua moglie, dai loro quattro figli e dai vicini.