A cura di Marco Delogu L’intenzione del festival è di dedicare al grande reporter inglese di guerra, considerato unanimemente l’erede di Robert Capa, una serata-evento: si tratta di una proiezione di fotografie scattate durante la guerra del Vietnam, in Africa, nei sobborghi di Londra, nell’Irlanda del Nord e che documentano anche la crisi a Cipro del ’64, le malattie e la miseria del Biafra nel ’69, la prima guerra del Golfo nel ’91. Tutte immagini che lui stesso commenterà con una testimonianza portata in prima persona. Un vero e proprio atto d’accusa contro tutti i conflitti. E proprio in questi giorni Don McCullin, all’età di 68 anni, si trova in Iraq a documentare l’ultima guerra che minaccia gli equilibri mondiali. Don McCullin Nato a Londra nel 1935. Prima di dedicarsi alla fotografia più consolante della campagna del Somerset, ha dedicato i primi trent’anni della sua carriera a fotografare i conflitti dei punti più caldi del globo, mostrando gli orrori della guerra lontano da qualsiasi ricerca estetica. Nel 1959 viene fatto responsabile del servizio fotografico della rivista "The Observer" e nel 1961 partì per Berlino per documentare la costruzione del Muro. Nel ’64 il suo lavoro di documentazione della guerra civile di Cipro gli valse nel 1965 il primo premio della Fondazione del World Press di Amsterdam. Sempre nel 1964 partì per documentare la guerra del Vietnam. Successivamente seguì i conflitti in Nigeria (1968), Cambogia (1970), Pakistan (1971), Uganda (1972), Medio Oriente per la guerra del Kippur (1973), Phnom Penh (1975), seguendo tutti i maggiori conflitti che sono scoppiati nel corso degli anni successivi.