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Memes
© Arturo Delle Donne, Memes

Arturo Delle Donne »

Memes

Exhibition: 11 Jun – 31 Jul 2010

VisionQuesT gallery

Piazza Invrea 4r
16123 Genova

+39-010-2468771


www.visionquest.it

Wed-Sat 15:30-19:30

Memes
© Arturo Delle Donne, Memes

Our culture seems, for some time now, compressed into an homologation nurtured by very few ideas from which it is difficult to see a broader horizon. Yet beneath the surface of appearance, there slither insights, thoughts, and reflections generating unexpected views that once again surprise us. To make them apparent, we have to look back at our past and dig deep until we see the winding most ancient roots, those that lie in the very origins of our culture when science and poetry were not opposed but fused into a single, intricate knowledge. If the myth is a kernel of truth wrapped in a cocoon not immediately obvious, only those who have the intellectual courage to investigate with a free spirit can grasp the final true meaning. The ancient ones knew it very well; they plunged their history in the magma of the myth and defended it with the intricate mystery of words. Today these words are approached and sometimes replaced by photography with its apparent clarity, with its subtle ambiguity, with its latent mystery. This is exactly the material Arturo Delle Donne has worked with, by bringing out the pictures of the ones that for us are still myths or memes, that is to say entities that replicate our reference models, to use the terms theorised by the biologist Richard Dawkins who inspired the photographer. The extreme simplicity of presentation - a white background, almost no evidence of surroundings - serves to focus attention on the subjects, their magnetic gazes, their suggestive poses. A contemporary Jesus stretches his arms towards us wearing with the same elegance the crown of thorns and a pair of artfully ripped jeans. A dark Medea closes in on herself as if crushed by the uncontrollable passions that will always oppress her and an Eve displays with shameless pride, both the apple and the painful pregnancy to which she has condemned herself. Each character reminds us of the origins of strong emotions, the atavistic fears, the tension of ideals, the archetypes, but also of the way we read them today when we like to imagine that Mary comes from the East and Achilles wears camouflage pants. What is rather striking is the light gentleness of Psyche or Lucifer’s unyielding but seductive look, who still remembers having being an angel. Ulysses, however, remains the same as he prepares the raft which once again, he will challenge the prohibitions of the gods; almost annoyed by the presence of the photographer, he gazes at us as if to ask if we are ready to search with him for the extreme boundaries of our being men. Following his ancient, very modern appeal will be inevitable. Roberto Mutti ARTURO DELLE DONNE A degree in biology and a PhD in ecology, he begins his career as a photo reporter by publishing a range of services in specialized magazines such as People Travel, Underwater World, Aqua and Whitestar / National Geographic. While opening his Studio in Parma, he becomes interested in advertising and fashion. He has worked on several advertising campaigns and published in various national and international newspapers. In 2005, in collaboration with Solares Fondazione delle Arti in Parma, he takes on the photographic project "Black and White Portraits" with more than 50 portraits of celebrities from the art entertainment world, including Ernest Borgnine, Bernardo Bertolucci Daniel Pennac, Michelangelo Pistoletto, Hanna Schygulla, Edward Galeano, Gerard Depardieu, Emir Kusturica. In June 2008 he wins the first prize for creative professional photography in the food category and the jury defines him as an "Author with an out of the ordinary versatility “At the end of April 2009 he presents his solo exhibition "Tribes" at Atelier Nascosti, Parma; the work is part of a larger and more ambitious project to be considered as the incipit for a trilogy "The Last Breath On Earth". "Memes" is part of the second strand and the cycle will end with "Clones" still in production


Da tempo la nostra cultura sembra appiattita in una omologazione nutrita di pochissime idee dalle quali difficilmente si può ricavare un orizzonte di ampio respiro. Eppure sotto la superficie dell’apparenza serpeggiano intuizioni, pensieri, riflessioni da cui si possono generare panorami inaspettati che sanno ancora una volta sorprenderci. Per farli emergere occorre cercare nel nostro passato e scavare nel profondo fino a scorgere le serpeggianti radici più antiche, quelle che affondano nelle origini stesse della nostra cultura quando la scienza e la poesia ancora non si contrapponevano ma si fondevano in un unico, intricato sapere. Se il mito è un nocciolo di verità racchiuso in un bozzolo che non la rende immediatamente percepibile, solo chi ha il coraggio intellettuale di indagare con spirito libero può coglierne il senso ultimo. Lo sapevano bene le antiche popolazioni che tuffavano la loro storia nel magma del mito che poi difendevano con il mistero intricato delle parole. Oggi a queste si accosta e talvolta si sostituisce la fotografia con la sua apparente chiarezza, con la sua sottile ambiguità, con il suo latente mistero. Proprio su questo materiale ha lavorato Arturo Delle Donne per far emergere le immagini di quelli che ancora oggi per noi sono miti o memi, cioè entità che replicano nostri modelli di riferimento, per usare i termini teorizzati dal biologo Richard Dawkins cui il fotografo si ispira. L’estrema semplicità della presentazione – uno sfondo bianco, quasi nessun elemento di contorno – serve a concentrare l’attenzione sui soggetti, sui loro sguardi magnetici, sulle loro allusive posture. Allarga le braccia verso di noi un Gesù contemporaneo che porta con la stessa eleganza la corona di spine e un paio di jeans lacerati ad arte, si chiude in se stessa come schiacciata dalle ingovernabili passioni che sempre la opprimeranno una cupa Medea mentre Eva espone con orgogliosa impudicizia sia la mela che la dolorosa gravidanza cui si è condannata. Ogni personaggio ci fa pensare alle origini dei sentimenti forti, alle paure ataviche, alle tensioni ideali, agli archetipi ma anche al nostro modo di rileggerli oggi quando ci piace immaginare che la Madonna venga da Oriente e Achille indossi pantaloni mimetici. Colpiscono, semmai, la lievità gentile di Psiche o lo sguardo torvo ma seduttivo di Lucifero che si ricorda di essere stato pur sempre un angelo. Chi è rimasto sempre lo stesso è, invece, Ulisse: appresta la zattera con cui sfiderà ancora una volta le proibizioni degli dei, sembra infastidito dall’obiettivo del fotografo ma il suo sguardo ci chiede se siamo pronti a ricercare con lui i confini estremi del nostro essere uomini. Sarà inevitabile seguire il suo antico, modernissimo richiamo. Roberto Mutti ARTURO DELLE DONNE Laureato in biologia e dottore di ricerca in ecologia, inizia la sua attività professionale con il reportage pubblicando svariati servizi su riviste specializzate come Gente Viaggi, Mondo Sommerso, Aqva e Whitestar/National Geographic. In coincidenza dell'apertura dello studio a Parma, inizia ad interessarsi a pubblicità e moda ed oggi ha al suo attivo diverse campagne pubblicitarie, pubblicate su diverse testate nazionali ed internazionali. Nel 2005, in collaborazione con la Solares Fondazione delle Arti di Parma, intraprende il progetto fotografico “Black and White Portraits” che conta più di cinquanta ritratti di personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura tra cui Ernest Borgnine, Bernardo Bertolucci, Daniel Pennac, Michelangelo Pistoletto, Hanna Schygulla, Edoardo Galeano, Gerard Depardieu, Emir Kusturica. Nel giugno 2008 vince il primo premio della qualità creativa in fotografia professionale nella categoria food e la giuria lo definisce: “Autore di una versatilità fuori dal comune”. A fine aprile 2009 presenta la usa personale “Tribes” presso Atelier Nascosti, Parma, il lavoro fa parte di un più grande ed ambizioso progetto da considerarsi l’incipit di una trilogia “The Last Breath on Earth”. “Memes” fa parte del secondo filone ed il ciclo si chiuderà con “Clones” ancora in lavorazione.

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© Arturo Delle Donne, Memes
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© Arturo Delle Donne, Memes