GLI ALTRI (The Others)
Vanessa Beecroft » James Bidgood » Olaf Breuning » Giuliana Cunéaz » Donatella Di Cicco » Bruce LaBruce » Masbedo (Nicolò Massazza / Jacopo Bedogni) » Joan Morey » Mario Rizzi » Bernardí Roig » Domingo Sánchez Blanco » Stefano Scheda » Santiago Sierra » Spencer Tunick »
Exhibition: 8 Nov 2003 – 10 Jan 2004
Gas art gallery
Corso Vittorio Emanuele II, 90
10212 Torino
GAGLIARDI E DOMKE
via Cervino 16
10155 Torino
+39 011-19700031
info@gagliardiedomke.com
gagliardiedomke.com/
Tue-Sat 15:30-20
GLI ALTRI (The Others) curated by Luca Beatrice Questa mostra prende il via dal deciso cambiamento di rotta che ha assunto l’arte nei confronti del proprio e dell’altrui corpo. Negli anni ’70, età dell’oro della Body Art, azioni e performance erano imperniate sul narcisismo del protagonista che, attraverso travestimenti o spoliazioni, assumeva i panni di un altro camuffando così la sua vera identità. Citazioni dalla storia, dal divismo cinematografico, mascheramenti teatrali o prove di resistenza dal chiaro significato politico, l’artista viveva da protagonista assoluto identificando nel proprio ombelico il centro del mondo. Tanto autocompiaciuto da assumere masochisticamente su di sé i segni del dolore sia come fatto individuale, sia in quanto riscatto dalla mediocrità collettiva. Questa metodologia si è oggi quasi del tutto estinta, e chi utilizza il corpo è sempre più propenso a trasferire l’attenzione sull’altro. Terminati gli ultimi scampoli di postumanesimo, esaurita l’enfasi tecnologica e l’elaborazione virtuale, il corpo degli altri è diventato il soggetto primario della ricerca contemporanea, metafora del dominio sadico che l’artista “deus ex machina” esercita sul prossimo. GLI ALTRI offre un punto di vista su almeno due aspetti di questa tendenza. Mentre il primo può essere assimilato alla sfera del desiderio sessuale ed esplicitarsi in una molteplicità di segnali talora ironici più spesso inquietanti, qualche volta parodistici ma altrettanto autenticamente crudeli, il secondo riguarda per così dire l’ambito politico. Utilizzando il corpo degli altri senza pudori o freni ideologici, consapevolmente o inconsapevolmente, si evidenziano le storture e le aberrazioni di una società sempre più squilibrata e folle. Ai poli opposti stanno, apparentemente, le performance di Vanessa Beecroft e le azioni di Santiago Sierra, a partire dal luogo in cui hanno scelto di vivere, la New York glamour, la caotica e drammatica Mexico City. Beecroft agisce sul corpo bello, che come nella moda promette una condizione privilegiata da ottenersi attraverso la cura esasperata del fisico. Sierra sceglie le categorie più basse, ai margini se non rigettate dal sistema capitalistico: entrambi operano sul corpo in quanto elemento di plusvalore economico, il corpo che in quanto tale produce e consuma ricchezza. Il loro lavoro è comunque molto invasivo: da una parte le ragazze nude, costrette in posizioni innaturali, sottoposte a un voyeurismo insistito, dall’altra, a fronte di una ricompensa minima, la richiesta di porzioni di pelle in prestito per apporvi segni indelebili, l’imposizione di fatiche inutili e disagi visibili. Entrambi gli artisti umiliano chi accetta il gioco, sottoponendolo a sguardi sempre più perversi e compiaciuti: il pubblico diventa così il destinatario finale, colui che ricerca nell’esibizione esplicita del sesso e della violenza un ulteriore grado di illecito e di scabroso. ____english_____ This exhibition is inspired by the fierce change of course of art towards its own body and the body of others. In the 70s, Body Art’s golden age, actions and performances hinged on the protagonist’s narcissism, who, through dressing up and stripping off, would wear someone else’s clothes disguising in such a way his real identity. Quotations from history, from movie stardom, theatrical masquerades or endurance tests with a clear political sense, the artist acted the key role identifying his belly button with the centre of the world. So pleased with himself to masochistically receive all the wounds of pain both as an individual fact and to redeem collectivity from mediocrity. This method is nowadays almost totally extinct, and who uses one’s body is more and more keen to transfer attention on the other. With the last scraps of post-humanism, once the technological emphasis and the virtual elaboration exhausted, the body of others has become the primary object of contemporary research, metaphor of the sadistic domain, which, the artist, “deus ex machina”, exercises on the other. GLI ALTRI (The Others) offers a point of view on at least two aspects of this trend. If the first one can be assimilated to the sexual desire sphere and makes itself clear in a manifold of signs, more seldom ironic than disquieting, sometimes parodystic but also authentically cruel, the second refers to the political sector, so to speak. Using the body of others with no shame or ideological limits, with or without awareness, the crookedness and the aberrations of a more and more lopsided and insane society are enhanced. Apparently Vanessa Beecroft’s performances and Santiago Sierra’s actions lay at opposite poles, even in consideration of their home-town choice: the former in glamorous New York, the latter in chaotic and dramatic Mexico City. Beecroft acts on a beautiful body, which just like in fashion promises a privileged condition, which can be achieved by an exasperated care of the body. Sierra chooses lower categories, at society’s borders if not totally rejected by the capitalistic system all together: both work on the body as an element of economic added value.; the body which, as such, produces and consumes wealth. Nonetheless a very invasive work: naked girls, constrained into unnatural poses, exposed to a insisting voyeurism on the one hand, and the request, upon a minimum pay, of portions of borrowed skin on which to apply indelible marks, i.e. the imposition of useless toils and visible discomforts on the other. Both artist humiliate whoever accepts the game, exposing him or her to the more and more pervert and self-satisfied looks of the public who becomes the final recipient, the one looking for a further degree of illicit and smut in the ostentatious display of sex.